| E finalmente mi sento questo GODS OF WAR, ultima uscita dei Kings!
Beh, devo ammettere che mi aspettavo qualcosa di scarsino, ma forse di migliore rispetto a questo CD: siamo comunque sulla scia di WARRIORS OF THE WORLD UNITED e purtroppo l'inesorabile declino creativo palese già 5 anni fa, continua il suo cammino. Con questo CD, i ManOwaR cercano di mettere in piedi una vera e propria Opera Metal, riempiendo ogni buco con composizioni orchestrali e sinfoniche a tratti tediose e fastidiose, alternate ad infinite narrazioni veramente stancanti! Non che l'epicità sia un difetto, tutt'altro, ma quando prende il sopravvento sull'Heavy-Metal significa che qualcosa non va! Gli unici 2 brani orchestrali che si salvano sono forse le due parti si ARMY OF THE DEAD, esclusivamente grazie alla fantastica interpretazione di un Eric Adams instancabile e mai sottotono.
Il disco si apre con l'eterna OVERTURE di oltre 6 minuti: pomposa composizione orchestrale assolutamente inutile come apertura dato che al secondo posto ritroviamo la già conosciuta THE ASCENSION che avrebbe potuto egregiamente aprire il disco. Subito dopo si comincia a suonare sul serio e arriva la oramai vecchiotta KING OF KINGS e quando comincio a pensare che si sia veramente partiti, arriva un altro pezzo orchestrale (la già citata Army of the Dead) a stroncare il livello di attesa. Finalmente dopo un quarto d'ora si arriva al primo vero pezzo dell'album SLEIPNIR che si apre con oltre un minuto di narrazione per poi sfociare in un classico ManOwaR Style con tanto di verso aggressivo e ritornello orecchiabile: decisamente nei primi posti tra i brani migliori del CD. A sorpresa questa volta e senza nessun intermezzo (era ora!!!) arriva LOKI GOD OF FIRE, pezzo molto incisivo e a mio parere molto ben strutturato. Siamo circa a metà dell'ascolto e puntuale arriva il momento drammatico ed epico con BLOOD BROTHERS: ballata connotata da una linea vocale piuttosto scontata ma decisamente travolgente; suddivisa in 2 parti speculari la prima con piano e voce e la seconda in chiave metallica. Cominciavo a chiedermi dove fossero finite le composizioni orchestrali ed ecco che arrivano, uno dietro l'altro, 2 pezzi sinfonici: OVERTURE TO ODIN con melodie sentite e risentite e risentite e THE BLOOD OF ODIN, narrazione alla Warrior's Prayer da skippare dopo i primi 10 secondi di ascolto. Finalmente torna il Metallo, anche se con un pezzo già ascoltato mille volte come SONS OF ODIN, un brano comunque degno dei migliori ManOwaR di sempre: grandioso e incalzante, decisamente travolgente! E di nuovo torna la narrazione di GLORY MAJESTY UNITY con quasi 5 minuti di straziante voce alternata a tuoni e rumori di battaglia, con tanto di giuramento di coro finale! Arriva la trita e ritrita GODS OF WAR, brano potente e pomposo senza pretese, ma decisamente in stile e ben orchestrato. Si chiude con 3 pezzi orchestrali/suonati che non lasciano traccia e per un quarto d'ora ci si chiede se il negoziante non si sia sbagliato e ci abbia dato un disco del nipotino metallica di Wagner invece che dei ManOwaR. Ultimo brano degno di nota la bonus track DIE FOR METAL, forse il brano più ManOwaR dell'intero album, vecchio stile, cadenzato, aggressivo e pieno di cori non sinfonici ma urlati alla Brothers Of Metal...
Facendo 2 conti questo GODS OF WAR contiene 16 brani di cui 5 erano già usciti su EP mesi fa e 7 sono composizioni orchestrali o narrazioni. Insomma 5 anni per avere 4 brani inediti non mi pare proprio un gran lavoro.
VOTO: 5/10
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